Tsunami Dolphins passa sopra a Molinella
Molinella mai in partita, Riccione continua la corsa
Il bulldozer Riccione non risparmia nemmeno Molinella, fortino dei biancorossi che, solitamente, si gasano nelle imprese impossibili – e ieri, alla presenza di una settantina di splendidi Baraonda Boys, che non hanno risparmiato cori anche a favore di Riccione, per gli ospiti sarebbe stato pericoloso portare il match fino agli ultimi istanti.
Nonostante la “copertina”, è tutt’altro che una partita facile da analizzare: Riccione si presenta in 10 effettivi, con innesti di qualità rispetto all’andata (Silvestrini e De Martin su tutti), e attacca immediatamente la giugulare della partita.
Molinella deve nuovamente rinunciare a Trippa, e contro i romagnoli l’assenza dell’italo-canadese si è fatta sentire.
Innanzitutto: come quella di Riccione non è stata la vittoria di un singolo (ben sei i giocatori mandati in doppia cifra da Foschi), nemmeno la débacle molinellese è frutto di colpe individuali, ma di un approccio timido ed eccessivamente da remi in barca.
Questione di mentalità.
La mentalità di Riccione è semplice: non ci basta essere superiori fisicamente, vogliamo esserlo anche psicologicamente, senza lasciare spazio a rientri d’orgoglio cui Molinella ci ha abituato.
Ammazziamola subito (la partita), evitiamoci inutili patemi. 7-26.
Silvestrini che non rifiuta un passaggio lungo, Calegari che non molla un rimbalzo.
Mentalità e fame: questa è la ricetta del lanciatissimo gurppo di Foschi, che ora fiata sulla nuca di Bacchilega&Co.
Terra chiama Molinella, may-day.
Nessuna deriva, nessuna tragedia, ma una lezione che dovrà essere gestita bene in casa rossoblù (e non abbiamo dubbi). Il -36 è una parte di quella lezione, di quella più visibile e sanguinante.
L’altra parte di lavagna va riordinata tra qualche giorno, quando Baiocchi vorrà lavare via le tossine della sconfitta (insieme a qualche infortunio, visti anche i problemi di Gualandi ieri sera), conservando le basi per un lavoro più attento, sia mentale che fisico.
Molinella è stata spazzata via senza ricevuta di ritorno per un approccio troppo molle: questo con Ferrara (sabato 14/3 alle 21:00, Palestra di via Tumiati) non dovrà accadare.
E poi la gestione del ritmo: Riccione ha dato l’impressione, sin dal primo secondo, di voler calare gli assi per non lasciare alcuna briciola lungo i quaranta minuti. Molinella, trasportata dalla foga, ha rincorso i romagnoli su binari pericolosi, e alla fine si è schiantata.
Questione di ritmo (da gestire), questione di durezza (mentale e fisica).
Riccione è quella insufficienza grave che sbatte a terra, senza troppi complimenti.
Ferrara è il compito in classe su una materia in cui ci si sente prontissimi, e non si avverte la necessità di studiare.